L’Eurovision Song Contest è tra gli eventi musicali più seguiti al mondo. Con oltre 160 milioni di spettatori distribuiti in più di 40 paesi, rappresenta non solo una competizione canora, ma una macchina organizzativa di proporzioni colossali. Dietro le luci di scena, i costumi spettacolari e le performance mozzafiato, si muove un esercito silenzioso di professionisti, tecnici e creativi che rendono possibile ogni dettaglio dello show. Ma quante persone lavorano realmente dentro l’Eurovision?
Una macchina operativa internazionale
L’Eurovision non è un evento gestito da un singolo paese: è una produzione dell’EBU (European Broadcasting Union), che ogni anno collabora con l’emittente televisiva del paese ospitante. Questo significa che il team di produzione è un mix di esperti internazionali e talenti locali, coordinati in modo da garantire una qualità tecnica e artistica senza compromessi.
Secondo dati riportati dagli stessi enti organizzativi, tra staff fisso, collaboratori e addetti temporanei, il numero totale di persone coinvolte può superare le 1.500 unità, includendo:
- tecnici del suono e delle luci
- ingegneri broadcast e registi
- addetti alla scenografia e alle costruzioni
- costumisti e truccatori
- volontari per la logistica e l’accoglienza
- team digital e social media
- addetti alla sicurezza e alle comunicazioni
- interpreti e coordinatori internazionali
La logistica: settimane di preparazione
Il lavoro per un’edizione dell’Eurovision non inizia pochi giorni prima, ma si sviluppa nell’arco di diversi mesi. La fase logistica inizia almeno sei mesi prima con la selezione dell’arena, l’analisi tecnica degli spazi, l’avvio delle prime assunzioni locali e la gestione delle accoglienze. La costruzione fisica del palco richiede in media 3-4 settimane, seguita da una fase di test su luci, telecamere e suoni, prima delle prove generali.
Come raccontato in questo approfondimento dedicato ai dietro le quinte di Eurovision, una delle aree più complesse è proprio il coordinamento tra i reparti tecnici e artistici, che devono rispettare tempi rigidissimi per ogni prova, intervista, diretta e performance.
Il team creativo e l’identità visiva
A ogni edizione, l’Eurovision sceglie un tema creativo, uno slogan e un’identità visiva specifica. Questo compito spetta a team di designer grafici, art director, registi e produttori esecutivi che lavorano anche un anno prima dell’evento per coordinare tutti gli elementi visivi, dalla sigla iniziale ai materiali promozionali fino al look dell’arena.
Il team creativo supervisiona anche gli aspetti legati alle inquadrature televisive, al design del palco e alla transizione visiva tra una nazione e l’altra, considerando ogni dettaglio per garantire omogeneità ed efficacia comunicativa su scala globale.
Volontari e figure temporanee
Un altro elemento fondamentale è rappresentato dai volontari, spesso centinaia, selezionati tra giovani appassionati, studenti o professionisti che offrono il proprio supporto in cambio di formazione, accesso all’evento e un’esperienza di altissimo profilo. I volontari sono impiegati nella gestione del pubblico, nel supporto linguistico alle delegazioni straniere, nella guida ai media internazionali o nelle aree di accoglienza.
Accanto a loro, vengono assunte decine di figure freelance come video editor, fotografi, tecnici di backstage, addetti alla segreteria organizzativa e coordinatori dei flussi artistici.
Le emittenti e il personale delle delegazioni
Ogni nazione partecipante porta con sé un entourage composto mediamente da 20 a 30 persone: ci sono i cantanti, i coristi, i coreografi, i manager, i responsabili della comunicazione, i tecnici e i rappresentanti dell’emittente televisiva. In totale, considerando le circa 40 nazioni in gara, si contano oltre 1.000 persone impegnate a vario titolo nel rappresentare il proprio paese. Alcune delegazioni più grandi, come quella dell’Italia o del Regno Unito, possono raggiungere anche le 40-50 persone.
Team digital, produzione e sicurezza
Una fetta sempre più importante è costituita dai digital team: social media manager, videomaker, creator, editor e giornalisti digitali producono decine di contenuti al giorno per TikTok, Instagram, YouTube e X (ex Twitter). Il canale ufficiale dell’Eurovision, per esempio, supera i 3 milioni di follower sulle principali piattaforme, ed è gestito in tempo reale durante tutto l’evento.
Non vanno poi dimenticati i team per la sicurezza e il controllo dei flussi, composti da operatori professionisti e personale specializzato che si occupa dell’accesso al backstage, dell’assistenza al pubblico e del rispetto delle normative internazionali in materia di eventi live.
Quanto costa gestire tutto questo?
Il budget complessivo per l’organizzazione dell’Eurovision varia da paese a paese ma in media oscilla tra i 15 e i 30 milioni di euro, una parte dei quali finanziata dall’EBU, una parte dallo stato ospitante e una parte da sponsor e partner ufficiali. La gestione del personale rappresenta una delle voci principali di spesa, insieme alla costruzione del palco, alla tecnologia video e alla sicurezza.
Una sinfonia organizzativa
L’Eurovision è quindi molto più di un festival musicale: è una sinfonia organizzativa che coinvolge migliaia di persone, ognuna con un ruolo preciso, con tempistiche rigorose e una tensione costante verso la perfezione televisiva. L’unione di team internazionali, volontari appassionati, delegazioni nazionali e professionisti del settore crea ogni anno un evento unico, riconoscibile e memorabile in tutto il mondo.
Fonti dati
EBU Annual Report, Eurovision.tv, The Guardian, ESC Insight, Intervista a Martin Österdahl (Executive Supervisor ESC) su SVT.